Nel 1969, l'editore parmigiano Franco Maria Ricci convinse Italo Calvino a scrivere un testo da allegare al volume che stava preparando sul mazzo storico dei Tarocchi miniato da Bonifacio Bembo nel XV secolo per i duchi di Milano. Lo scrittore, che non conosceva i significati occulti delle carte, si lasciò affascinare dall'idea di utilizzare i Tarocchi come una macchina narrativa combinatoria, in cui il significato d'ogni singola carta dipendesse dal posto che essa aveva nella successione di quelle che la precedevano e la seguivano. Naque così "Il castello dei destini incrociati" un romanzo breve che associa il codice iconico dei Tarocchi a quello narrativo, dando vita a un'opera originale e unica di uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento.
Il romanzo narra di un gruppo di viandanti che arriva nella locanda del castello e per uno strano incantesimo perdono tutti la parola. Per raccontare le loro storie i viandanti usano allora le carte dei Tarocchi, disponendole una accanto all'altra fino a formare un grande quadrato.
Da questa struttura narrativa combinatoria basata sul sistema di segni dei Tarocchi partiremo per sviluppare lo script della serie Jodorowsky's Tarot Machinima, trasportando sul piano visivo dell'animazione 3D machinima l'affascinante racconto dei destini incrociati.
